Fin dall’inizio il progetto ha avuto l’ambizione di costruire un modello di business che potesse essere replicato in altre situazioni e geografie, un po’ come quando un bambino gioca con gli stampini sulla sabbia e dopo averne fatto uno che gli piace lo moltiplica molte altre volte. Nasce con l’idea di replicare la piazza del paese (quando ancora non esistevano i centri commerciali) che era il luogo in cui ci si recava per fare la spesa ma, alla fine, lo scopo principale era quello di socializzare e aggiornarsi sulle vicende (e i pettegolezzi).
Abbiamo selezionato dei commercianti che hanno abbracciato fin da subito i nostri valori riconoscendosi a pieno nel progetto.
Per diversi motivi alcuni si sono “persi per strada” per motivi personali o desiderio di andare in pensione; questo ci ha motivati a perseguire un nostro obiettivo: il voler garantire il ricambio generazionale.
Noi siamo convinti che il piccolo commercio alimentare non stia scomparendo per la concorrenza della GDO e dei centri commerciali ma principalmente perché sono sempre meno le nuove generazioni che vogliono continuare con il lavoro dei genitori (e in molti casi dei nonni).
Giusto o sbagliato, non importa, sta di fatto che generazioni ricche di professionalità, di competenze e antichi saperi che hanno fatto grande il settore alimentare italiano (diffondendo geograficamente e in tutte le classi sociali la “cultura del mangiare e bere bene”) stiano scomparendo e che ci siano sempre più serrande che “si abbassano” definitivamente.
Abbiamo selezionato dei giovani collaboratori che hanno assunto la responsabilità di reparti in cui nessuno dei soci aveva un’esperienza diretta, come il servizio bar, la cucina e la gastronomia.
E siccome “nessuno nasce imparato” abbiamo fatto in modo che questi giovani andassero a “far bottega” proprio con alcuni di quei commercianti di cui prima, che hanno dovuto abbandonare il progetto, in modo da far apprendere i segreti del mestiere e poterli reinterpretare con “occhi nuovi”.
Abbiamo quindi “negoziato” con le famiglie di due storiche attività trevigiane del mercato alimentare per poter “riportare in vita” le loro attività abbinando i nostri marchi al loro ricordo, questo non per voler plagiare o imitare qualcosa che non c’è più, ma per riconoscere quelle persone che per anni sono state un punto di riferimento per la città di Treviso in termini di serietà professionale, rapporto con il cliente, qualità del prodotto.
Quindi rispetto e volontà di continuare una tradizione di qualità che ha fatto la storia.
Abbiamo moltissime cose da dirvi e da farvi conoscere e per rendere tangibile il fatto che marcá vècio è “il negozio che mancava”.